26/09/2024 - Può esservi un’identità rurale che non vada in conflitto con l’innovazione industriale? Se guardiamo alla Basilicata la risposta è sì. Non solo la storia della regione degli ultimi 30 anni dice questo, ma qualunque visione di sviluppo che tenga conto delle transazioni in corso non può essere coniugata su un solo segmento produttivo. Ciò non significa che la propria storia non possa continuare a segnare il “carattere” di una regione. Si è presentata così la Basilicata a “Terra madre” a Torino e al G7 Agricoltura in Sicilia. Cinque parchi naturali, aree interne da valorizzare ma anche tanta costa tra due mari. L’agricoltura come focus, la ruralità come valore identitario. La Basilicata è tutto questo, e proprio questa sua identità è stata raccontata con grande forza al Mercato Centrale di Torino, che ha ospitato il talk “Basilicata – Identità Rurale e contemporaneità”, che ha permesso di capire meglio le potenzialità di questa regione nella contemporaneità, e poi a “Divinazioni Expo 2024” di Siracusa dove, fino al 29 settembre, è presente con uno stand. Dimenticata nello sviluppo degli anni ’60 e ’70, quello che sembrava un handicap è diventata una forza. Rurale non è più un aggettivo passatista. È, anzi, una condizione che con l’avanzamento dell’Agri tech, cioè dell’agricoltura di precisione, ha orientato le produzioni verso forme di impresa sostenibile. È in questo contesto, del resto, che da alcuni anni si inserisce il progetto di Eni Joule a sostegno delle start up innovative in agricoltura. Insomma la Basilicata terra di opportunità, alternativa alla urbanità metropolitana, come si è raccontato nel festival appena conclusosi a Potenza.
