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Una scoperta straordinaria

Rinvenute nel sito di Venosa Notarchirico i resti del più antico leone delle caverne in Europa, risalenti a circa 650 mila anni fa

11 luglio 2024
1 min di lettura
11 luglio 2024
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11/07/2024 - La Basilicata è al centro di una scoperta straordinaria, recentemente pubblicata sul Journal of Quaternary Science. Un gruppo di ricerca internazionale, che include l’Università di Tubinga in Germania e l’Università Sapienza di Roma, ha rinvenuto nel sito di Venosa Notarchirico i resti del più antico leone delle caverne in Europa, risalenti a circa 650 mila anni fa. Questa scoperta arricchisce ulteriormente un sito già noto per la presenza di importanti testimonianze della cultura acheuleana.

Nello stesso sito è stato ritrovato anche un frammento di femore, appartenente probabilmente a un adolescente di Homo heidelbergensis, che rappresenta il più antico resto fossile umano mai scoperto in Italia, datato tra 695.000 e 610.000 anni fa. Questo ritrovamento dimostra l’esistenza di una presenza umana nel sito lucano già in quell’epoca.
Una scoperta che non solo aiuterà il turismo lucano attraendo visitatori curiosi e scienziati pronti a estendere le loro ricerche, ma che aggiunge un nuovo tassello alla ricostruzione del passato. Il frammento del Panthera spelaea aiuta a capire meglio il panorama faunistico e climatico dell’Europa di quel periodo. La presenza di questo grande predatore coincide, infatti, con grandi cambiamenti climatici che hanno portato all’estinzione di alcune specie e all’arrivo di altre.

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