Il Vangelo secondo Matteo - Enrique Irazoqui in una scena del film

I giorni della Pasqua

In Basilicata, dove la luce ci riconcilia col mistero del passaggio e tutto è avvolto da una sua sacralità

28 marzo 2024
2 min di lettura
28 marzo 2024
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28/03/2024 - Se c’è una festa molto lucana, nel calendario annuale delle ricorrenze, Pasqua è sicuramente quella più densa di simbolismo e di visioni che, soprattutto tra il Vulture e Matera, sono in grado di riproporre quella “luce del passaggio” che intercetta l’orizzonte al confine delle dune collinari già verdi di primavera.
È la Basilicata che piaceva a Vittorio Storaro, maestro della fotografia del cinema italiano, è la Basilicata amata da Pasolini, da Mel Gibson e Milo Rau, è la Basilicata della Passione, è quella dei germogli di grano e delle croci sulla Murgia Timpone del “Vangelo”, il più bel film che sia mai stato fatto sulla morte di Cristo.
I flussi globali di chi si mette in moto per qualche giorno di vacanza, già dalla scorsa settimana, sono incoraggianti per la nostra regione. Ma in Basilicata l’approdo pasquale è diverso da quello di una vacanza tra borghi, agriturismi e la classica passeggiata nei Sassi. La salita al Golgota lucano, quello voluto per primo da Pasolini che scartò la Palestina e scelse Matera, avrà per sempre i volti della gente semplice degli uomini e delle donne del Sud che esprimevano ed esprimono il mistero del sacro della vita, catturato allora da un occhio laico dietro la macchina da presa. “Dovendo scegliere fra una esatta riproduzione della Palestina di duemila anni fa e l’accostamento alla realtà di oggi, non potevo non optare per il secondo”, spiegò il regista. Per questo motivo la Pasqua lucana conserverà per sempre l’impronta del mistero della vita e della ricerca della pace, perché è la terra del “Sheshë”, cioè le tanate piccole grotte di tufo di Barile dove gli esuli albanesi trovarono riparo in fuga dagli ottomani, è la Terra Santa del perdono e della riconciliazione a un passo dalla voragine della Gravina materana. In questi giorni, unici per luce e paesaggio, in Basilicata noi contemporanei possiamo ancora essere rapiti da quella condizione difficile da raccontare che è insieme smarrimento e speranza. Auguri a tutti voi che ci seguite e appuntamento a giovedì prossimo. 

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