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La cultura digitale qui c’è

In Basilicata da 20 anni si investe su misure per abbattere il divario che spesso determina disparità di accesso alle tecnologie

15 marzo 2024
2 min di lettura
15 marzo 2024
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15/03/2024 - Si sono svolte questa settimana (martedì a Senise e ieri a Corleto Perticara) altri due giornate per una “Basilicata al passo con i tempi”, il progetto regionale per l’attivazione su tutto il territorio della “Rete dei servizi di facilitazione all’accesso dei servizi digitali”. Si tratta di una missione specifica del Pnrr (missione 1), finanziata con 1, 4 milioni di euro, che ha l’obiettivo di raggiungere quanti più cittadini possibile per supportarli nel dialogo con la Pubblica amministrazione e nell’accesso ai servizi che essa mette a disposizione. È uno dei gradi obiettivi di sostenibilità sociale, trasversale ai milestones del Piano di ripresa, che guarda alla transizione digitale non dalla parte di chi eroga servizi ma dalla parte delle comunità locali che ne usufruiscono, soprattutto delle fasce più svantaggiate, per evitare che l’accelerazione dell’informatizzazione della PA produca un effetto paradossale, quello cioè di impedire ai cittadini di poter esercitare i propri diritti di partecipazione. In questo la Basilicata, nel panorama delle regioni del Mezzogiorno, è decisamente avanti. Sono almeno 20 anni, dalla grande campagna “Un computer in ogni casa” al massiccio ricorso allo Spid per accedere al bonus gas, che si è investito su misure per abbattere il divario educativo ed economico che spesso determina disparità di accesso alle tecnologie. Una parentesi temporale riempita anche da esperienze sociali innovative come quelle progettate e divulgate da uno dei massimi esperti della cultura digitale in Italia, pioniere della blogosfera, Giuseppe “GG” Granieri, potentino che non aveva mai lasciato la Basilicata, scomparso prematuramente lunedì scorso a 55 anni. Hanno ormai quasi vent’anni le sue riflessioni sull’intelligenza artificiale e la realtà aumentata.
Le Giornate digitali sono programmate fino a metà aprile, coprono tutto il territorio regionale e includono, oltre alla formazione su servizi essenziali, un confronto più ampio su diritti e responsabilità. Perché facilitare i servizi digitali significa, in ultima analisi - come con grande anticipo scriveva Granieri – garantire la democrazia di una società. 

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