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Basilicata, l’industria va

Il problema più urgente è quello del crollo demografico e della necessità di strategie destinate a rafforzare nuove relazioni sociali.

19 gennaio 2024
2 min di lettura
19 gennaio 2024
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19/01/2024 - Sono tre lustri in cui l’industria della Basilicata va. Come è possibile leggere dai dati della Cgia di Mestre (che è possibile leggere più dettagliatamente in questa newsletter), grazie alla presenza di Eni, Total e Shell la nostra regione riesce a tenere testa anche al Nord est con un incremento positivo delle imprese del 35,1 per cento. Lo scenario nazionale indica un crollo generale. Il periodo analizzato, dal 2007 al 2023, indica che siamo alla vigilia della prima grande crisi economica del nuovo secolo, quella del 2008, cui seguirà una catena infausta di accadimenti storico-economici ma anche di grandi trasformazioni. Per quello che riguarda la Basilicata e altre regioni del Sud, è un quindicennio in cui si affaccia, forte, la consapevolezza del problema più urgente, quello del crollo demografico e della necessità di strategie e politiche pubbliche destinate a sostenere il tessuto industriale ma anche a rafforzare nuove relazioni sociali. Il bisogno cioè, sempre più attuale, è quello di accrescere il benessere dei “restanti”, a cominciare da quelli in età da lavoro. Molto si muove, in realtà, in Basilicata, sul terreno di esperienze sociali vitali, di innovazione, di opportunità potenziali. E moltissimo, al netto della revisione del Pnrr, è disponibile oggi in termini di risorse. La prospettiva è quella di sistemare il quadro macro, ricucire cioè lo sfarinamento delle comunità interne per stabilizzare un ciclo di sviluppo in cui la crescita economica corrisponda anche al diritto a una buona vita, nelle aree interne per quel che ci riguarda. Sono anni, insomma, trascorsi i quali oggi possiamo dire di aver capito che non esiste una connessione meccanica tra crescita economica e sostenibilità della qualità dei servizi a causa soprattutto della rarefazione demografica. Una delle poche leggi ferree dell’economia dice che quanto più un bene è scarso tanto più alto è il suo valore. Il bene più scarso della Basilicata sono i suoi residenti. Sperimentare, implementare modelli sostenibili compatibili con i piccoli numeri (pensiamo per esempio alle nuove competenze formative che servono per gestire le pluriclassi) è allora la vera grande scommessa che ci attende e che ci riguarda, come comunità coesa capace di nuove forme di immaginazione sociale. 

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