15/12/2023 - Possono stare insieme industria e agricoltura? Non sono incompatibili, lo sviluppo è un insieme di segmenti compatibili, e la Basilicata è, da questo punto di vista, un laboratorio vivente. Lo ricordava l’ingegnere Emiliano Racano, capo del Distretto meridionale dell’Eni, nel tradizionale scambio di auguri organizzato da Orizzonti martedì scorso a Viggiano. Un’occasione per stare insieme con la comunità che ospita una dei centri olio più grandi e moderni al mondo attorno al quale dal 2018 è stato avviato, con la Fondazione Enrico Mattei, il laboratorio di Agrivanda, progetto pilota di riqualificazione agricola con la coltivazione, la raccolta e la trasformazione di colture officinali e il ripristino della biodiversità di colture autoctone. “Questa filiera – ha sottolineato Racano – è un esempio di come possano convivere diverse tipologie di attività”. Con una connessione funzionale che mette insieme il cuore palpitante e futuristico della grande città di tubi di acciaio – il COVA – con la vita e il lavoro quotidiano di una specie operosa come le api, formidabili sentinelle ambientali che contribuiscono al monitoraggio naturale della qualità dell’aria. L’incontro è stato anche un’occasione per presentare la varietà sempre crescente di prodotti, prevalentemente a uso cosmetico, che si estraggono dalla lavanda. A questa coltivazione si è aggiunta quella della rosa canina e dello zafferano, oltre a quella dell’ulivo, grazie al recupero delle aree interessate al progetto. Un esempio, insomma, di convivenza sostenibile delle anime dello sviluppo che poi è la grande scommessa della Basilicata. Un modello che si è consolidato nel 2023 e che si proietta nelle sfide del 2024, come ha raccontato Orizzonti, che nell’ultimo numero in distribuzione ha affidando alla sua comunità il racconto delle tappe di un anno ancora difficile ma non privo di scommesse incoraggianti. Un veloce tour al COVA e ai campi di Agrivanda ha chiuso l’incontro. Appuntamento in primavera per la stagione più bella, quella della fioritura, sapendo che la lavanda è una pianta resistente che non teme l’inverno. Un bell’esempio, quasi simbolico.