25/08/2023 - Ritrovarsi a Pisticci, nella città bianca, per avere un pubblico che non consuma territorio ma lo ritrova e lo avverte “sacro” sotto forma di comunità partecipante. Molto più di un festival del cinema, se arriva il regista iraniano Makhmalbaf o l’attivista dei diritti civili Pegah Moshir Pour. Ad Aliano, tra i calanchi attorno alla tomba di Carlo Levi, per cinque dì, notte e giorno, a discutere del Sud. Molto più di un festival della paesologia. A Viggiano, tra qualche giorno, all’alba sul Sacro Monte il cammino della Madonna nera. Molto più di una processione, è il rito del ritrovarsi di una comunità. Tre esempi dell’estate lucana, affollata come quelle di tutte le altre regioni, di appuntamenti e di viaggiatori (i dati estivi ancora non ci sono e siamo, in verità, nel pieno della “percezione” - con relativa discussione - di un calo di presenze ad agosto dovuto all’inflazione, ma bisogna aspettare i numeri che sono fermi a giugno) che però non può ridursi a una lettura esclusivamente di presenze e di turismo. La stagione estiva è spesso da queste parti il preludio per creare percorsi per tutto l’anno. Percorsi che riguardano innanzitutto i cittadini residenti e poi i turisti in quanto cittadini temporanei. Sicché quello che ad agosto sembra un’inutile sfida di pochi giorni tra territori e festival è in realtà una discussione vera attorno a gap di cittadinanza delle aree interne. L’esempio dei collegamenti è il più calzante. Se il problema dei parcheggi nei paesini in salita durante un festival è tutto sommato sopportabile, non lo è affatto l’assenza di collegamenti ferroviari - da e verso la Basilicata - per tutta l’estate e oltre. Da questo punto di vista, da quello cioè dei bisogni di comunità, il “cartellone” estivo della Basilicata è sistemico. E va nell’agenda delle prossime settimane.