14/07/2023 - È talmente ricorrente come dato che si rischia di non farci più caso, per assuefazione. Il calo demografico in Basilicata galoppa, più che altrove. Il rapporto annuale 2023 dell’Istat scrive che la Basilicata è la regione con la più bassa fecondità. La media di figli per donna è di 1,09 e l’età media del primo parto è la più alta d’Italia, 33, 1 anni. Il dato è condiviso con il Molise. Mentre con la Sardegna è condiviso un altro dato negativo, quello secondo il quale la contrazione della popolazione, sia under 25 che tra i 25 e i 64, è superiore alla media nazionale. Dunque, la Basilicata invecchia e si spopola. In generale il quadro delle aree interne è desolante: al 1° gennaio 2023, nelle aree interne ci sono in media 122 residenti di 65 anni o più ogni 100 giovani di 15-34 anni (erano 73,6 nel 2002), ma in molti comuni della fascia appenninica si supera quota 160. La generazione del baby boom degli anni Sessanta è ormai prossima alla pensione e per quanto ci si si sforzi di programmare lo sviluppo del Paese, secondo le indicazioni europee pensando ai giovani – il piano di ripresa post Covid si chiama, per l’appunto, Next generation Eu – manca la risorsa base per immaginare questo sviluppo. È un dato al quale non bisogna abituarsi, per tornare all’inizio del ragionamento. Orizzonti lo ha affrontato più volte. Si tratta ormai di capire se sia prioritario concentrarsi su azioni che possano invertire il trend o se sia più conveniente concepire politiche di adattamento alla realtà: la cura degli anziani, ad esempio, richiede sicuramente un nuovo welfare. Ma anche la formazione dei giovani, quei pochi che ci sono. Colpisce infatti un altro dato che fornisce l’Istat e cioè che “nel 2022, quasi un giovane su due (47,7 per cento dei 10 milioni e 273 mila 18-34enni) mostra almeno un segnale di deprivazione in uno dei domini chiave del benessere (Istruzione e Lavoro, Coesione sociale, Salute, Benessere soggettivo, Territorio)”. Che fare? Intanto parlarne. Letto il dato, il governatore Bardi ha subito convocato gli Stati generali della natalità per il prossimo autunno.