26/05/2023 - Ri-usare i luoghi si può. Magari in maniera temporanea, possibilmente in maniera partecipata. Un modo intelligente di rigenerazione urbana senza occupazione nuova di suolo. Due esempi ci vengono dalla Basilicata, entrambi avviati con la Fondazione “Ri-usiamo l’Italia” e raccolgono una tendenza in atto in tutto il Paese.
Il primo progetto, “Mappa delle opportunità ritrovate”, è attuato per conto del Gal “Cittadella del Sapere”, attivo in un’area di 27 comuni nell’area sud della regione (Lagonegrese, Alto Sinni, Val Sarmento, Mercure, Pollino) e consiste in un processo di mappatura del patrimonio dismesso o sottoutilizzato. L’obiettivo è quello di dotare il territorio di uno strumento di conoscenza dei propri potenziali per attivare occasioni di rigenerazione territoriale ed opportunità di nuova imprenditorialità. Il patrimonio mappato consiste per ora in circa 50 spazi.
Il secondo progetto, simile, intitolato “Next Generation – Sant’Arcangelo Hub Giovani” è realizzato in Val d’Agri con lo scopo di valorizzare il talento e le competenze di giovani che possano supportare progetti di innovazione in campo sociale, culturale, ambientale e turistico. Entrambi i progetti sono interessanti perché generativi di processi non trascurabili in future strategie di sviluppo locale. Finora è stato costruito un considerevole “paniere” di dotazioni, infrastrutture e spazi pubblici con l’indicazione precisa che se non utilizzati, gestiti e valorizzati rischiano di deperire rapidamente andando ad allungare l’elenco delle opere incompiute e del patrimonio storico abbandonato. L’ulteriore aspetto interessante è il servizio di connessione tra l’offerta e la domanda. Chi ha bisogno di cosa? Come queste cose si possono adattare? Un approccio sostenibile di rigenerazione territoriale in forma comunitaria che tiene conto, in premessa, dei saperi, dell’identità e della struttura profonda dei territori.