21/04/2023 - C’è sempre l’inganno, quando si parla di Sud, nel considerarlo unico. Non c’è bisogno di scomodarne la storia per ricordare le isole differenti - numerosissime - di cui esso si compone. Al giro ciclico delle grandi sfide torna però di attualità la discussione sui macrostrumenti che servono come politica unitaria di sviluppo. Ed è di questi giorni la convergenza della discussione su due grandi questioni: assunzioni nella Pubblica amministrazione (che ha, contrariamente a quello che si pensa, numeri più bassi rispetto al Nord, ne abbiamo già parlato in questa NL) con procedure accelerate per i concorsi sia per smaltire i progetti del Pnrr sia per affrontare il nuovo ciclo di programmazione dei fondi di coesione europea, e l’attivazione della macroregione fiscale modello Zes. La polverizzazione del piano progetti del Pnrr (circa 60mila presentati dai comuni delle regioni meridionali) e il mancato avvio di opere strutturali strategiche (molte necessarie proprio per la funzionalità delle Zes al Sud - interventi nei porti, retroporti, aree logistiche, aree industriali dismesse - ha creato l’allarme sulla “distrazione” dagli obiettivi del grande piano di ripresa. Anche nelle regioni del Nord in verità, dove l’equivalente delle Zes si chiamano Zls (zona logistica semplificata) ma in sostanza sono la stessa cosa con le stesse criticità. L’idea di trasformare il Mezzogiorno in un’unica grande “area franca” con le facilitazioni amministrative e fiscali utilizzabili per tutte le azioni della ripresa sembra essere una strada. Non è un caso che nell’ultimo Decreto Semplificazione è stato dedicato un intero articolo alle Zes e le Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia hanno inviato al governo un documento unitario chiedendo, oltre a un intervento su cumulabilità degli aiuti, defiscalizzazione e semplificazione, un incontro per rilevare i punti di debolezza della normativa in corso.