Panoramas of the ancient medieval city of Matera, in Italy.

Territori da proteggere e “irripetibili”

Due libri che esprimono il legame tra i cittadini e i loro luoghi, un rapporto autentico che crea patrimoni.

28 ottobre 2022
2 min di lettura
28 ottobre 2022
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28/10/2022 - Ben ritrovati, questa settimana vogliamo parlarvi di due pubblicazioni su temi che ci riguardano e che hanno un comune denominatore, cioè il valore della partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche finalizzate alla crescita dei territori. Il primo libro, L’imbroglio (Licosia editore), scritto da Franco Maldonato, giurista e intellettuale molto attento da sempre alle questioni meridionalistiche, con la prefazione di Mario Tozzi e un titolo di aperta denuncia, pone molti dubbi sul nuovo tracciato dell’Alta velocità al Sud. Benché invocato da tutti come indispensabile allo sviluppo, il nuovo piano ferroviario, secondo l’autore, sarebbe stato progettato e appaltato dal Commissario di Governo senza considerare i bisogni di “emersione” dall’isolamento di molti territori dell’area della “Grande Lucania” e del Golfo di Policastro segnandone in negativo il destino prossimo. Al contrario, il secondo libro che ci fa piacere segnalarvi sottolinea la forza della spinta comunitaria nella rigenerazione della “Città irripetibile”, Matera, questo il titolo del volume (edizioni Resiliens) di Nino Vinciguerra presentato proprio ieri nella città dei Sassi dal circolo culturale La Scaletta. Non è un ritorno sui fasti recenti della ormai ex capitale europea della cultura. Il libro riannoda una storia che parte da lontano e arriva al Secondo Dopoguerra per dimostrare che i risultati recenti sono il frutto paziente di un percorso antico. Altobello e Ascanio Persio, Tommaso Stigliani, la storia della Chiesa del territorio e ancora, la visita di Carlo di Borbone, i Duni, le vicende legate agli eventi dell’Illuminismo, per arrivare a Giovanni Pascoli e alla Matera del primo e del secondo Novecento: sono alcune delle storie con cui Vinciguerra orienta il lettore e lo conduce per rappresentargli la visione di una città che si è costruita e rigenerata da sé. Una fenice risorta più volte grazie al contributo dei suoi cittadini illustri e dei suoi contadini. In altre parole, quella narrata dall’autore è la storia di una comunità che costruisce la sua città e la rende quel patrimonio per cui oggi è conosciuta.

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