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Una straordinaria storia lucana

Nel paesino di Accettura i cittadini hanno dato vita a una cooperativa di comunità che si prende cura dei beni pubblici.

01 luglio 2022
2 min di lettura
01 luglio 2022
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01/07/2022 - Ben ritrovati, oggi vi raccontiamo una piccola straordinaria storia lucana. Immaginate di vivere in un paesino di meno di 2.000 abitanti, sempre meno di anno in anno. Immaginate che nel paese ci siano un vecchio cineteatro, un museo e, a un passo fuori dal centro, una foresta di oltre 4.000 ettari piena di cerri, aceri, carpinelle, alberi dai fusti possenti ricoperti di edera. Tutto bellissimo, ma si stenta a trovare le risorse per gestire i beni pubblici. Chi se ne può occupare in luoghi dove le amministrazioni comunali a stento riescono a garantire i servizi essenziali? La risposta viene da Accettura, il paese del parco di Gallipoli Cognato, famoso per la festa del matrimonio degli alberi che si tiene ogni anno la domenica dopo Pasqua. Una storia di spopolamento simile a quella di molti altri paesini delle aree interne. Qui però c’è stata una piccola svolta sociale, formalizzata con tanto di atto notarile appena due giorni fa. I cittadini hanno capito che l’unico modo per sopravvivere è fare aggregazione. E così è nata una cooperativa di comunità. Si chiama “SiAmo Accettura”, un esempio replicabile altrove. Tutti i beni pubblici sono stati affidati direttamente ai cittadini, anche i boschi del parco. La cooperativa di comunità è una forma d’impresa in cui i soci convergono nella produzione di un benessere diffuso, un modello di innovazione sociale in cui i cittadini sono produttori e fruitori allo stesso tempo. Un record in termini di partecipazione: 72 soci su circa 1800 abitanti significa il 4% della popolazione residente, praticamente ogni famiglia di Accettura è parte della cooperativa e concorrerà al raggiungimento degli obiettivi comuni. I soci sono per lo più giovani, tranne il presidente, Giuseppe Labbate, che rappresenta una storia di rientro. Nato ad Accettura, si è trasferito con la famiglia a Bari quando aveva sei anni perché il padre, falegname, era entrato alle Poste e si voleva spostare per consentire ai figli di proseguire gli studi. Non ha mai perso il legame con il paese d’origine. Raggiunta la pensione, Labbate è rientrato ad Accettura e adesso vive nella casa di famiglia. “Pensavo di venir qui a fare il pensionato”, sorride. “Sono invece felicissimo di poter dare il mio contributo da volontario a questa iniziativa e mettere l’esperienza maturata a disposizione della mia gente”.

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