10/06/2022 - Tutti parlano di coesione territoriale, si moltiplicano gli strumenti per ottenerla, esiste un ministero specifico, ci sono risorse europee e nazionali, si pubblicano bandi, ma, alla prova dei fatti, si va avanti solo a colpi di fiducia provvisoria. Assai poco resiste l’ottimismo delle comunità locali verso scelte, politiche e amministrative, destinate a diventare interventi di squilibrio sociale più che di riequilibrio. Tre esempi che riguardano la Basilicata. Il primo riguarda il Pnrr e il bando sulla rigenerazione dei borghi, vinto da Rionero per il progetto di Monticchio Bagni. Per premiare gli altri quattro comuni partecipanti (Irsina, Aliano, Colobraro e Rotonda) la Regione ha stanziato altri 20 milioni di euro dal suo bilancio. Un modo per premiare lo sforzo progettuale. Neanche il tempo di annunciarlo ed è scattata la protesta dal Marmo Platano: “Perché solo loro? Bisogna potenziare tutti i borghi”. Secondo esempio: 40 milioni di euro per il dissesto comunale di Potenza, manovra purtroppo ricorrente. Insorgenza da vari fronti: “Perché Potenza sì e gli altri comuni no? Bisogna creare un fondo a sostegno di tutte le autonomie locali che hanno difficoltà di bilancio”. Terzo esempio: le case della salute volute dalla riforma sanitaria prevista dal Pnrr. La Regione Basilicata ha individuato le aree dove sorgeranno. Immediata la protesta da Matera: “Avete preferito il Potentino al Materano”. Potremmo allungare la casistica, piena di repliche alle contestazioni, le quali quasi mai risolvono la discussione ma diventano a loro volta base di partenza per nuove recriminazioni, e così all’infinito, in un mostruoso serpentone dialettico che finisce per smarrire il senso del confronto iniziale. È il tempo della fiducia provvisoria, a pezzi, a giornata, a convenienza immediata. Si cercano soluzioni.