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Un po’ di Basilicata nella prossima Nutella

La celebre crema da spalmare sarà fatta anche con le nocciole lucane. Un accordo di acquisto tra la multinazionale e le aziende del territorio.

04 marzo 2022
3 min di lettura
04 marzo 2022
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04/03/2022 - Avrà anche un po’ di sapore lucano la prossima Nutella, la crema da spalmare made in Italy più famosa al mondo. Era il 2018 quando la multinazionale italiana Ferrero lanciò il “Progetto nocciola Italia”, un piano agroindustriale che prevede entro il 2025 20 mila ettari di nuove piantagioni di noccioleti, da aggiungere agli oltre 70 mila ettari già presenti, con l’obiettivo di utilizzare una produzione corilicola 100% italiana. L’Italia è già il secondo produttore di nocciole al mondo, dopo la Turchia che registra una quantità pari a 710 mila tonnellate, a fronte delle 165 mila italiane. Al progetto, promosso da Ferrero Hazelnut Company, la divisione interna del Gruppo Ferrero interamente dedicata alla nocciola, aderì subito la Rete di imprese lucane ‘Basilicata in guscio’, un’associazione di circa 50 aziende agricole disposte a “volturare” una parte della produzione dei loro terreni. Dopo quattro anni i primi frutti. Nei giorni scorsi c’è stato infatti il primo conferimento di nocciole al colosso di Alba che ha anche uno stabilimento a Balvano, dove non si produce direttamente la Nutella ma molte merendine e quei famosi Nutella biscuits che della crema esclusiva, tra i simboli più noti del made in Italy, sono farciti. Pochi quintali per ora, ma è solo l’inizio di un progetto al quale stanno lavorando anche enti di ricerca come il Cnr, il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno e il dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’Università di Basilicata. Non è un semplice ‘do ut des’ quello tra la Ferrero e le aziende lucane: un contratto garantisce l’acquisto del 75 per cento delle nocciole prodotte in Basilicata. Donato Lisanti, rappresentante di ‘Basilicata in guscio’, spiega infatti che la Ferrero mette a disposizione le più moderne competenze agronomiche per monitorare e supportare le produzioni in una logica di sostenibilità, tracciabilità e tutela dell’ambiente. “L’obiettivo minimo dei prossimi due anni è quello di raggiungere i 500 ettari impiantati (oggi siamo a metà percorso) e portare a produzione quelli esistenti con le migliori condizioni possibili. Quello fatto fino ad oggi è stato un lavoro faticoso, certosino, paziente in cui il supporto di Ferrero non è mancato in termini di affiancamento e formazione. Un plauso a tutti gli imprenditori della Rete, che ormai conta oltre 80 affiliati, che hanno creduto in un progetto di lungo termine e oggi raccolgono i primi frutti del loro lavoro. Oggi conferiamo a Ferrero pochi quintali, di qualità premium ad un prezzo che sfiora i 400 euro al quintale”. “L’operazione nocciola” è stata avviata in tutt’Italia tra consensi ma anche qualche perplessità (soprattutto nel Lazio) per il sistema intensivo delle produzioni.

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