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Empowerment femminile

Esperienze a confronto al digital talk di Orizzonti, con la partecipazione della ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti.

25 febbraio 2022
4 min di lettura
25 febbraio 2022
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25/02/2022 - Bisogna cambiare la prospettiva. Non è più tempo di riempire un vuoto, quello creato negli anni dalla disparità di genere, non si tratta più di adoperarsi per un bilanciamento culturale. Dare valore all’esperienza femminile significa riscrivere le regole del gioco, significa rifondare i processi costitutivi della nostra società “per dare finalmente compiutezza alla nostra democrazia secondo i principi della Costituzione”. Indica questa strada Elena Bonetti. Che è quella che si sta percorrendo - rivendica con orgoglio la ministra per le Pari opportunità e la famiglia - per ricostruire il Paese. Bonetti porta il suo contributo al digital talk sull’empowerment femminile organizzato mercoledì scorso da Orizzonti, la rivista mensile di Eni Basilicata, sottolineando la necessità di un modo nuovo di legiferare in termini di parità. Un modo secondo il quale “la diversità sia un elemento implicitamente costitutivo e non riparativo” di un modello sociale in cui dovrà essere sempre più conveniente l’apporto qualificato della presenza femminile, come condizione per attivare processi di futuro. Insieme alla ministra, sul tema, si sono confrontati Margherita Perretti, presidente della commissione Pari opportunità della regione Basilicata, lo scrittore lucano Andrea Di Consoli, la presidente di Valore D, Paola Mascaro, la fondatrice del think tank Re-Generation (Y)outh Giusy Sica, e la responsabile Diversity & Inclusion di Eni, Marwa Elhakim. Se la geografia delle differenze, vista dalla Basilicata, pone un urgente bisogno di recupero delle competenze e dunque di formazione, come sottolinea Margherita Perretti, la testimonianza di Giusy Sica è un esempio di risposta progettuale (con riconoscimento europeo) per la leadership femminile messa in pratica proprio da un gruppo di giovani donne campane e lucane. “Non è una battaglia tra generi ma di civiltà», sottolinea, riprendendo il principale filo concettale di tutti gli interventi, quello cioè che bisogna riconoscere le ambizioni femminili non solo come legittima aspirazione personale delle donne ma come requisito di una nuova architettura di cittadinanza e di emancipazione della società intera. È evidente che le diverse regole del gioco passano soprattutto dall’assunzione di nuove pratiche all’interno delle aziende. “Assumere donne e assecondarne il merito”, sottolinea Paola Mascaro, presidente di Valore D, l’associazione che raggruppa le grandi-medie imprese impegnate nelle pari opportunità. Soprattutto in quei campi che richiedono competenze tecniche e scientifiche. Il welfare, pure da rafforzare, non basta più. “Perché il linguaggio del futuro che stiamo costruendo – ricorda ancora la ministra Bonetti - è quello che va verso quel tipo di formazione, quello delle materie Stem, è questa la sfida resa bene dal senso della parola inglese che stiamo utilizzando, l'empowerment. La potenza è energia da attuare con la velocità”. Correre con il tempo. L’inclusione non più come “quota” ma come talento da liberare lungo i binari dell’innovazione.  E di come tutto questo sia uno degli assi strategici di Eni ha parlato Marwa Elhakim. “Oggi raccogliamo i primi frutti come testimoniano i numeri: la presenza delle donne in azienda è costantemente in crescita sia in Italia che all’Estero, malgrado il contesto difficile creato dalla pandemia. Inoltre, ci siamo impegnati ad aumentare la presenza femminile in azienda di un ulteriore 3% entro il 2030”. Un approccio, quello di Eni alla diversità e inclusione, di cui “è principio cardine l’equità salariale”. Proprio sulle materie Stem, Elhakim ha ricordato alcune iniziative promosse in collaborazione con associazioni e istituzioni scolastiche, come il progetto CO.ME “COde&fraME” e il progetto InspirinGirls (in partnership con Valore D), che hanno l’obiettivo di accelerare la formazione delle ragazze per il raggiungimento delle pari opportunità nel settore scientifico e tecnologico. Sono 7.000 finora le studentesse e gli studenti che finora hanno partecipato, appartenenti a 120 scuole di 12 regioni italiane, tra cui l’Istituto Comprensivo Fermi di Matera (20 partecipanti).

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