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Il monastero di Santa Maria dell’Aspro, un bene recuperato

In epoca post-pandemia la struttura francescana diventerà sede di un centro culturale per incentivare la ripartenza.

07 gennaio 2022
1 min di lettura
07 gennaio 2022
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07/01/2022 - Il recupero e il restauro dei beni culturali è importante per valorizzare il patrimonio artistico, e non solo, che la Basilicata offre sul proprio territorio. Un ottimo esempio è il monastero francescano di Santa Maria dell’Aspro, entrato nel circuito delle bellezze promosse dal Fondo Ambiente Italia (ed. 2021). In seguito al restauro, il monastero diventerà un vero centro culturale in grado di ospitare gli eventi più disparati; all’esterno è prevista anche la costruzione di un anfiteatro. Un luogo ampio, storico, affascinante, che potrà essere teatro di incontri sul territorio che, in post-pandemia, sono fondamentali per la rinascita e la ripartenza.

Al monastero è dedicata una pagina di storia del culto francescanesimo, intrisa di spiritualità. Era il 1334 quando Angelo Clareno, esponente del movimento degli Spirituali prima e fondatore dell’Ordine dei Fraticelli poi, soggiornò nel monastero francescano. Secondo i racconti, frate Clareno aveva poteri curativi, e la sua protezione abbracciava tutta la popolazione della Val d’Agri. Stando alle fonti documentarie, l’intervento di frate Clareno fu provvidenziale in certi casi: uno dei più noti è quello del muratore di Viggiano, che fu guarito con la sola imposizione delle mani.

Il monastero, negli anni, è stato oggetto di danni dovuti sia alla trascuratezza sia ad eventi sismici (il terremoto del 1857 ne determinò la chiusura). Nel 2008 ha avuto inizio la campagna di recupero. È stata rinvenuta la pavimentazione originale, e negli ultimi anni è stato possibile il recupero della Chiesa e delle mura grazie all’opera di restauro del Comune di Marsicovetere. 

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