03/12/2021 - Nel contesto di una crisi planetaria che corrode le nostre aspettative di libertà prima ancora che i mercati e l’economia, la “piccola” Basilicata si avvia a chiudere l’anno II post Covid navigando ancora nelle incertezze sanitarie ma con la capacità di guardare al suo futuro, da qui a dieci anni. È infatti il decennio che ci separa dal 2030 quello che il governo regionale immagina necessario per costruire una nuova visione della regione, facendo attenzione ai suoi bisogni specifici nell’ambito delle misure nazionali ed europee di area vasta. Il piano strategico concepito dalla Giunta Bardi doveva in realtà essere l’atto introduttivo della nuova consiliatura. Arriva con oltre due anni di ritardo a causa dell’emergenza sanitaria. Un ritardo, dunque, giustificato e che lo stesso governatore ha valutato come provvidenziale per le integrazioni che sono state apportate dopo la pandemia, innanzitutto quelle relative al piano sanitario. La bozza della nuova “Magna carta” del parlamentino lucano è pronta già da qualche giorno e sarà definitivamente approvata il 19 dicembre, in attesa che le parti sociali (o chi ne ha interesse e voglia) possa far pervenire le proprie considerazioni. Un tipo di decisione partecipata, affidata a una mail dedicata che non ha convinto tutti in verità, soprattutto i sindacati, che avevano chiesto di essere parte attiva della costruzione del documento programmatico predisposto da Leonardo Cuoco, consigliere scientifico del presidente Bardi (aveva già lavorato ad altri piani strategici regionali) con la collaborazione della figlia Giovanna e di Giampiero Perri, ex direttore dell’Agenzia per il turismo e riconosciuto innovatore di politiche urbane. Coesione e inclusione, sviluppo endogeno, infrastrutture, misure per la denatalità, occupazione, questione ambientale: sono queste le direttrici principali di una serie di interventi che si radicano in una nuova visione territoriale, non più un Nord-Sud che negli anni ha spinto lo sviluppo lungo la dorsale tirrenica e jonica rendendo marginali le aree interne di una regione già “Osso d’Italia”, ma una nuova traiettoria Est-Ovest in grado di essere cerniera tra le realtà urbane e il resto del territorio.
Che convincano o meno le misure, è necessario cambiare, scrive nell’introduzione il presidente Bardi, perché “le strutture preesistenti consolidate negli ultimi decenni non sono state in grado di contrastare le tendenze regressive dell’economia”. La bozza del documento è consultabile a questo link: https://www.regione.basilicata.it/giunta/files/docs/DOCUMENT_FILE_3078789.pdf