03/09/2021 - Potremmo chiamarlo effetto, meraviglia. Quello che nessun Pil potrebbe mai garantire. Lo scarto tra il racconto di un luogo e la sua reale consistenza garantisce ancora, in Basilicata, un effetto meraviglia. Altrove, dove molto si narra, talvolta poco si riscontra. La Basilicata, in questa estate tormentata da caldo, incendi, regole pandemiche, tormenti politico-giudiziari, è riuscita in quell’effetto molto speciale che consiste nell’attrarre flussi turistici rimanendo sé stessa. In fondo è andato così bene quell’invito a venire qui per sentirsi “free to move” che, a stagione ancora in corso, l’agenzia per il turismo lucano ha sottoscritto un accordo con l’assessorato all’ambiente per dare una forma a un nuovo modello di vacanza verde. Ma i conti del settore turismo andati bene per un paio di mesi non bastano per mettere l’economia della regione al riparo dalle incognite future. Non si vive di solo turismo e il Pil non garantirà meraviglia ma produzione e lavoro sì. Senza industria non c’è turismo che basti. Gli indicatori statistici dell’economia lucana sono oscillanti, la salute delle piccole imprese, misurata dal numero dei fallimenti, il più alto d’Italia, è pessima, il governo regionale entra nella fase bis del suo mandato tra ricambi e rimpasti di assessori e dirigenti, i sindaci fanno cartello sul Pnrr e chiedono una strategia e una guida. La Basilicata non delude, ora non bisogna deludere i lucani.