17/09/2021 - “Puntiamo sui giovani per costruire il futuro della Basilicata”, ha detto il presidente Bardi il primo giorno di scuola salutando idealmente gli oltre 72 mila studenti lucani dall’istituto comprensivo Busciolano a Potenza. Sarà pure un messaggio scontato (non che altrove in Italia si sia brillato per maggiore creatività) ma, considerati i tempi da cui veniamo e che sono sempre lì, minacciosamente in agguato, il futuro è anche la capacità di mettere al riparo il mondo della scuola dall’incubo chiusure.
Non rimpiangeremo i banchi a rotelle ma è del tutto evidente che, parole a parte, ci sono ancora molte incognite nel Paese all’inizio dell’anno scolastico, anche in Basilicata. Cattedre scoperte, concorsi da chiudere, autocertificazioni degli studenti (che si aggiungono al green pass per chi entra a scuola anche solo per un’informazione), tamponi salivari, mascherine da mettere o togliere a seconda della presenza dei vaccinati in aula, isolamento – dice il ministro Bianchi – della singola classe e non dell’intero istituto in caso di contagio. Circolari, annunci, avvisi dal ministero che si aggiungono a quelli degli istituti, per fortuna affidati all’occhio iperconnesso dei ragazzi. La verità è che non ci sono certezze, neppure sulla macchina dei servizi a supporto del sistema scolastico, a cominciare dai trasporti.
In Basilicata il dato scoraggiante è la diminuzione della popolazione scolastica, 1.600 alunni in meno (sono attualmente 45.193 a Potenza e 27.250 a Matera). Sulle nuove regole gli istituti si attrezzano come possono, anche col personale Ata alle prese l’anno scorso con “la pistola” per misurare la temperatura e oggi con nuovi improbabili compiti digitali (controllare il Qr code del green pass). C’è bisogno forse di meno proclami e più attenzione alle criticità segnalate dai presidi. Tra tanti annunci ci sono però iniziative simboliche decisamente importanti. Sicuramente lo è l’intitolazione alle scienziate di tutte le aule della scuola Sinisgalli di Potenza. Un modo per sovvertire uno dei più diffusi stereotipi di genere, quello cioè che le donne non hanno attitudine per le discipline Stem (Scienze, Technology, Engineering, Mathematics).