27/08/2021 - Leggo sulle cronache locali lucane che a Senise – in pieno centro abitato – sono stati avvistati alcuni cinghiali. In questi giorni sono stato nelle campagne di Rotonda, e a dire il vero la situazione cinghiali è più surreale di quanto si pensi. Fino a qualche anno fa i cinghiali – che in questa stagione sono letteralmente affamati – si tenevano alla larga dai luoghi abitati, temevano le persone e scappavano non appena sentivano il rumore di qualche petardo. Adesso le cose sono cambiate. Ormai anche di giorno si muovono tranquillamente nei pressi delle case e non temono più la presenza delle persone. Un giorno io e mia figlia stavamo camminando nei pressi della casa dei miei genitori. A un certo punto abbiamo sentito dei rumori: erano sei piccoli cinghiali che stavano cercando cibo in una terra incolta che un tempo fu una vigna. Anziché scappare, i cinghiali si sono avvicinati e ci hanno guardati senza diffidenze. Facevano addirittura tenerezza, a dire il vero. Ora, io capisco l’animalismo, l’ambientalismo, il culto delle aree protette, l’anti-industrialismo, ecc., ma cosa diventeranno le nostre campagne di collina di questo passo? A me diverte molto l’idea di poter accarezzare il muso di un cinghiale, ormai destinato a diventare un animale domestico. Ma cosa ne pensano i coltivatori? E cosa diventeranno le aree interne se saranno sempre più abbandonate a causa di leggi che tutelano più le bestie che le persone? In alcuni punti della Basilicata si stanno creando delle vere e proprie giungle – ormai mancano solo i pitoni e i coccodrilli. Ma a cosa serve questo paradiso se poi la gente è costretta ad andare via e ad abbandonare tutto?