09/07/2021 - Giovani, tanti, coloratissimi e con gli immancabili cartelli fatti in casa. Accovacciati a terra, a semicerchio, a Matera, in un pomeriggio bollente, gli studenti medi della Basilicata si sono autoconvocati per un gay pride che non aveva niente delle sfilate in maschera che abbiamo conosciuto negli anni scorsi, ma molto di una mobilitazione civile a sostegno del Ddl Zan.
Nel nome di Raffa, l’icona gay italica per eccellenza, si sono dati appuntamento arrivando da tutta la regione con il passaparola tipico della rete studentesca, una piccola onda arcobaleno che ha sfidato l’afa pomeridiana mentre i big della regione erano nella stessa città e nello stesso giorno (lo scorso mercoledì) a parlare del futuro dell’audiovisivo in Basilicata. L’anno scorso l’appuntamento era saltato, nonostante le riaperture estive post Covid. Quest’anno i ragazzi hanno deciso che “nel bel mezzo della lotta per l’approvazione della legge contro l’omobitransfobia fosse fondamentale manifestare e portare l’orgoglio nelle piazze, per dimostrare la nostra presenza e la nostra voglia di combattere per i diritti umani, ma soprattutto per i diritti dei cittadini italiani”.
“Durante l’anno scolastico - raccontano i ragazzi via social – ci siamo battuti sull’importanza dell’insegnamento delle tematiche LGBTQ+ nelle scuole, scendendo in piazza e facendo sentire la nostra voce, al fine di comunicare all’istituzione scolastica la necessità di modificare il proprio approccio alla discussione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”.
Onore all’impegno. Al primo pride materano parteciparono 7.000 persone. Era il 2019, prima del Covid e Matera era la capitale europea della cultura.