02/07/2021 - Sostenibilità e transizione sono le due parole che ultimamente si sentono più spesso. Sono una direzione necessaria, non lo dicono solo scienziati e politici ma sta diventando tema diffuso del sentire comune. Per non rimanere indietro c’è da accelerare il ritmo, rimodulare le strategie, adeguarsi al mondo che cambia con una velocità sempre più intensa. E sì, perché inevitabilmente il cambiamento di scenario porta notevoli migliorie, ma anche una fetta di perdite che, seppur con un peso minore sui piatti della bilancia, è da tenere in considerazione.
La scarsità dei materiali, la crisi pandemica e il fermo delle economie, l’abbandono di tecnologie e fonti che vengono sostituite dalle innovazioni della ricerca, può portare certamente alla riduzione del livello occupazionale. Questo può ritornare ad essere positivo solo con un’adeguata programmazione che anticipi il cambiamento. Formazione, infrastrutture e tecnologie, ma anche scelte politiche e dialogo con l’industria sono necessarie per ottenere, alla fine, un saldo positivo. Il recente report di Bankitalia ha disegnato un quadro drammatico del 2020, ma i primi mesi del nuovo anno sembrano offrire un orizzonte incoraggiante, soprattutto per il Sud. Per questo quella del Pnrr è un’enorme opportunità da cogliere, non solo per dare ossigeno a progetti che possano rilanciare il territorio, ma per stravolgere in positivo un ambiente – fatto di regole e di strutture – che diventi attrattivo per il lavoro, gli investimenti e lo sviluppo.
Su questa scia, e con riguardo a una delle realtà industriali più produttive in Europa come lo stabilimento di Melfi, diventa essenziale cogliere l’opportunità di realizzare qui in Basilicata la cosiddetta “Gigafactory”, per le batterie destinate alle auto elettriche. Senza entrare in una dialettica Nord-Sud, ma per cogliere quelle opportunità industriali che anche qui possono sbocciare, sulla base appunto, della sostenibilità.