09/07/2021 - Come molti sapranno – i giornali ne hanno parlato tanto – il segretario della Lega Matteo Salvini ha fatto il Volo dell’Angelo sulle Dolomiti lucane. La cosa che molto colpisce di Salvini è questa sua vitalistica propensione a stare in mezzo alla gente, a buttarsi, a godere dei momenti conviviali, questo suo stile di vita molto semplice, alla mano, finanche umile, popolare. Altri politici, al contrario – forse anche per un comprensibile bisogno di riguardarsi e di tutelarsi, oppure per mancanza di energia fisica – si muovono in pubblico con circospezione e prudenza, anche perché stare sempre in mezzo agli altri stanca, consuma, svuota, può portare a forme di insofferenza se non addirittura di nevrastenia. Salvini invece parrebbe alimentarsi proprio di questo vitalistico caos permanente – i selfie, le interviste, le polemiche, i pranzi, le cene, i viaggi, i comizi, le telefonate, ecc. Non a caso sono stati postati in ogni dove fotografie dei suoi fedelissimi lucani mentre lo abbracciano sorridenti intorno a tavolate piene di ogni ben di dio della nostra tradizione culinaria. E mai che non sorrida, Salvini, mai che dia segno di disagio o di stanchezza. È una dote, obiettivamente. Se infatti pensiamo alla nostra storia politica recente – almeno quella repubblicana – si fa fatica a trovare altri segretari di partito così vitalistici e comunitari. Oppure a qualcuno viene in mente di immaginare segretari di partito come De Gasperi, Togliatti, Moro o Almirante fare il Volo dell’angelo? Viene da ridere, a immaginare Natta o Forlani – terrorizzati e pallidi – lanciati a tutta velocità tra Castelmezzano e Pietrapertosa.
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