02/07/2021 - Sarà un’estate da tutto esaurito, e l’anno prossimo andrà ancora meglio. I primi dati sulle prenotazioni dicono che si registra un +10% di Italia su Italia, i flussi internazionali europei sono promettenti, quelli americani (valgono lo 0,8 percento del Pil) sono ancora tutti da valutare. Ne basta per ora anche un assaggio. Vanno bene le vacanze al mare e in montagna, le città d’arte soffrono, vanno meglio le città più piccole che hanno saputo organizzarsi indipendentemente dalle presenze straniere. È incoraggiante il ministro per il turismo, Massimo Garavaglia, offre i dati della ripartenza e con molto senso pratico indica la linea organizzativa che serve all’Italia in un settore strategico, quello che più ha sofferto ma che meglio promette. Intervistato da Mario Sechi, direttore di “Orizzonti – Idee dalla Basilicata”, per il digital talk “Il turismo post Covid” organizzato dalla rivista, il ministro è partito proprio da questo: la Bell’Italia vale il 13 percento del Pil del Paese, servono risorse professionali (a cominciare da quelle ministeriali), serve una politica sinergica costante con i paesi mediterranei con i quali fare squadra (per esempio Spagna e Grecia), serve un dialogo costruttivo con le regioni per evitare “affollamenti” di proposte con un calendario nazionale di eventi e una banca dati delle strutture ricettive condivisa per offerte mirate. Insomma, la parola d’ordine è organizzazione ma anche fiducia. Perché, dice Garavaglia, ci si aspettava la ripresa in questo settore, ma è arrivata ben prima del previsto.
Al talk hanno partecipato anche Francesco Somma, presidente Confindustria Basilicata, Rossella Tarantino, la manager culturale di Matera 2019, e Antonio Nicoletti, alla guida dell’Apt lucana.Vista dalla Basilicata, la questione presenta due aspetti sui quali sarà necessario continuare a ragionare anche per il futuro. Rispondendo a Somma sugli investimenti in digitalizzazione delle imprese lucane del settore, il ministro ha ricordato i risultati di una ricerca fatta da Pubblitalia e Università Cattolica sulla conoscenza che gli italiani hanno dell’Italia. Se è il 18 percento la quota degli italiani che conosce la Toscana solo di nome, per la Basilicata si arriva al 60 percento. Un dato enorme, mitigato per fortuna dal caso di successo di Matera2019 che anzi, sottolinea Garavaglia, andrebbe replicato come modello da mettere a sistema, considerato che non tutte le città possono contare sul titolo di Capitale della cultura. C’è da lavorare e fare la tara di tutte le cose che da anni in questo settore si trascinano come un peso, come la vicenda Alitalia, ma sapendo anche che “l’ottimo è nemico del bene”, sintetizza con molto spirito pratico il ministro. E poi “abbiamo messo nel Recovery una cifra importante, 110 milioni, per fare una ristrutturazione profonda del portale italia.it, per replicare i modelli migliori”. Insomma l’Italia è pronta, la Basilicata anche. Non resta che fare i bagagli.