16/07/2021 - La tecnologia è la più grande alleata dell’uomo. Copre ogni ambito, ogni settore della vita umana – dal privato al lavoro – e consente di porre sempre più in là quei limiti che, un tempo, erano considerati insuperabili. Persino uno dei settori più antichi, quello agricolo (migliaia di anni prima di Cristo) gode adesso dei vantaggi portati dallo sviluppo tecnologico. Nel quadro dell’Energy Valley, fiore all’occhiello della Basilicata, il primo progetto agritech è stato – nel 2018 - Agrivanda, cui ha fatto seguito il progetto Casf. Le due iniziative coprono ambiti diversi, dal biomonitoraggio alle colture energetiche (utili per la produzione di biocarburanti) ma sottolineano entrambi l’importanza dell’agricoltura 4.0, il cui valore è passato da 100 a 540 milioni di euro in tre anni.
Tecnologia, certo, ma nel pieno rispetto dell’ambiente: i sistemi di gestione IoT dei due progetti sono, ad esempio, alimentati da energia proveniente da fonti rinnovabili e da strumenti all’avanguardia, come gli innovativi Opv, Organic PhotoVoltaic (pannelli solari che utilizzano polimeri al posto del silicio come materiali fotoattivi). Non si tratta semplicemente di “rispettare l’ambiente”; c’è una nuova consapevolezza, che ha fatto sorgere con prepotenza l’imperativo che porta ad una sinergia nuova tra uomo e territorio, tra macchina e natura. Non sono più due mondi che si limitano a dialogare; adesso c’è collaborazione ed una cura reciproca. E l’Energy Valley è un lampante esempio di tutto questo.