18/06/2021 - Abbiamo appreso che Rifondazione comunista Basilicata dice “no” al G20 a Matera e a Bari: “A Bari andremo a protestare insieme anche ai palestinesi, ai curdi, ai cattolici per la pace, contro i potenti per le responsabilità che hanno. Nessuno ce lo può impedire. Basta con il taglio della democrazia, non accetteremo di venire relegati in qualche angolo nascosto della città. Non ci si può impedire di manifestare nelle strade dove conduciamo la nostra vita”. Posizione assolutamente nobile e legittima, ma dal sapore vintage, francamente. In un’epoca nella quale si sta cercando in tutti i modi – e proprio da parte delle grandi potenze mondiali – di ridurre la povertà planetaria, l’inquinamento globale e le violazioni dei diritti umani, fa impressione che ci siano ancora forze politiche – non importa quanto minoritarie – così attardate su posizioni ideologiche vecchie di almeno vent’anni – dico vent’anni, perché quest’anno cade il ventennale dei famigerati fatti di Genova del luglio del 2001. Il pluralismo è il pane della democrazia – non il sale, come si dice –, e dunque è giusto che le posizioni di Rifondazione comunista vengano diffuse e discusse liberamente. Ma davvero qualcuno riesce a prendere sul serio un simile guevarismo pavloviano? Io, almeno, non ci riesco. E lo dico con una punta di affetto.