18/06/2021 - Il generoso modello tedesco di aiuti alle famiglie regge l’impatto del Covid. Da gennaio 2020 a febbraio 2021 non c’è stato nessun crollo delle nascite, anzi addirittura un leggero aumento, +0,8 per cento. Piccole cifre, meno dell’uno per cento, che però indicano come Oltralpe non si sia fermata la spinta a mettere su famiglia anche nei mesi duri del lockdown, grazie al sistema storico di welfare familiare. Il dato acquista ancora più valore se paragonato al calo del 10 percento registrato a dicembre in un’Italia alla ricerca della formula magica per riempire le culle. L’ultima, quella degli assegni unici. L’assenza di misure adeguate di aiuto alle famiglie ha un impatto economico diretto su un settore strategico: quello del wedding, diciamolo all’italiana, dei matrimoni. No baby no party. E senza il party crolla anche tutto l’indotto collegato al fatidico sì, banchetti, allestimenti floreali, abiti, truccatori e parrucchieri che di questi tempi, tra maggio e giugno, andavano in overbooking di prenotazioni e discussioni su “raccolto, semi raccolto, sciolti, vintage, boho chic e fermagli gioielli” a prezzi, appunto, di gioielleria. La sposa, insomma, da Nord a Sud, è sempre stata un business redditizio, che fosse la Sonrisa del boss delle cerimonie o Palazzo Calass a Sirmione, un veloce sì metropolitano consacrato dall’amico delegato dal sindaco, o una trasferta rural chic con fiori di cappero nei bouquet da Milano a Pantelleria. Il crollo del settore causa Covid affligge tutta l’Italia, la Basilicata con il 70 percento in meno conquista la maglia nera della crisi del settore. A confermare un dato già anticipato da Confartigianato Basilicata, arriva l’elaborazione del Centro studi di Confartigianato Chieti L’Aquila. Un dato tutto interno, giunto proprio mentre la regione tentava di inserirsi nell’industria dei matrimoni di stranieri in Italia che altrove (lago di Como, Venezia, Toscana, costiera amalfitana e Puglia) faceva registrare numeri straordinari fino al 2019: un milione e 783 mila presenze di ospiti in trasferta per quasi 10mila “sì” e un fatturato di 486 milioni di euro.
Non è solo colpa del Covid, però, anche se la voce “matrimoni” nel cronoprogramma ministeriale delle ripartenze è sempre stata una delle questioni più delicate, insieme ai concerti. A monte c’è la mancanza di una seria politica per i bisogni delle famiglie. Scoraggiante, avvilente. E infine un altro dato, su cui si stanno arrovellando gli psicologi: chi si aspettava un baby boom post pandemia, immaginando che il lockdown fosse un’occasione per le coppie di allargare la famiglia, si è trovato davanti al risultato opposto, a diffuse crisi familiari causate dal prolungato isolamento. I letti si sono separati, i divani allungati e a Netflix è andata bene.