28/05/2021 - La parola chiave è prossimità. Mettere in relazione il diritto alla salute delle persone e i presidi territoriali per rafforzare la rete della cura e anche della prevenzione. Investire nella ricerca, garantire l’assistenza del sistema sanitario pubblico a tutti, senza demonizzare il privato, col quale, anzi, si possono immaginare delle partnership. E poi la Basilicata, terra difficile per come è stata creata, spezzettata tra cime e valli dove il servizio territoriale è ancora più difficile. Ma almeno i numeri sembrano darci ragione: sarà, per l’estate, una Basilicata diciamo “Covid free”, e vicina all’immunità di gregge, prevista per luglio se i ritmi di vaccinazione reggono. Sono i punti salienti dell’incontro sulla sanità post-Covid organizzato dalla nostra rivista, “Orizzonti”, e svoltosi mercoledì scorso con la partecipazione del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri; il presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica del Crob, Giuseppe Petrella; il direttore generale del dipartimento Servizi alla persona della Regione Basilicata, Ernesto Esposito e il professor Antonio Giordano, accademico internazionale e ricercatore oncologico.
Lo spunto del dibattito, moderato da Lucia Serino, è partito dalle recenti dichiarazioni del ministro della Salute Speranza sull’assistenza domiciliare, bassissima in Italia, al di sotto della media Ocse del 6%. L’ambizione del governo è di arrivare al 10%.
“Sembra che oggi il servizio sanitario nazionale faccia solo ed esclusivamente il Covid – ha detto Sileri - ma ha fatto anche tanto altro, nei limiti del possibile, delle risorse umane e di spazio. Ha cercato di trattare anche tutto il resto, purtroppo molto è rimasto indietro”, ha detto il sottosegretario. Ed è venuta fuori, in tutti gli interventi, la necessità della prevenzione, oncologica e cardiologica innanzitutto, completamente trascurata nei mesi scorsi e non sempre per volontà dei cittadini: reparti riconvertiti, studi medici off limits, concentrazione amministrativa esclusivamente sull’emergenza. Sileri ha detto di “credere molto nella partnership pubblico-privato. Servono inoltre dei fondi straordinari, riservati alla sanità: un pacchetto esclusivo che – ha proseguito - consenta di riprendere e accelerare la prevenzione, il trattamento e il follow-up”. E sulla necessità di prevenzione e di ripresa della programmazione degli screening si sono detti d’accordo tutti i panelist. Interessante l’anticipazione di Esposito sui servizi territoriali in Basilicata: “Introdurremo l’infermiere di prossimità”, ha detto. E sul fronte emergenza ha aggiunto che per luglio, se l’andamento della campagna vaccinale non arretra per mancanza di dosi, in Basilicata si raggiungerà l’immunità di gregge. Giuseppe Petrella, nel suo intervento, ha fatto un’importante premessa: in Italia, la spesa sanitaria per ogni cittadino si traduce nell’8-9% del PIL. Altre nazioni vantano percentuali più alte – in Francia si arriva all’11,5%, ad esempio – e la diminuzione della spesa sanitaria ha naturalmente condotto a un depauperamento e a un ridimensionamento delle strutture.
Anche Petrella ha insistito sul tema della digitalizzazione, i cui benefici andrebbero tutti a favore della cura dei pazienti. L’ultimo intervento dell’incontro è stato di Antonio Giordano, che ha parlato più specificatamente della prevenzione per quanto riguarda le patologie oncologiche. Come si può aumentare la longevità, restando ovviamente in buona salute? Migliorando la prevenzione, lo stile di vita. Anche i fattori ambientali, infatti, concorrono nello sviluppo del male del secolo, ed è per questo che si deve intervenire nella fase iniziale, nel tentativo di scongiurare l’insorgere di patologie gravi.