21/05/2021 - La Basilicata è una regione ricchissima, che fornisce l’80% del fabbisogno nazionale di idrocarburi e ha lo stabilimento automotive tra i più efficienti al mondo, una ricchezza d’acqua tale da rispondere alle esigenze delle regioni confinanti e un patrimonio paesaggistico-naturale da fare invidia a molti. Eppure il meccanismo di domanda e offerta del lavoro è inceppato, qui dove i suoi giovani rientrano tra i numeri preoccupanti delle statistiche di emigrazione dal sud al nord. Ci sono poi i dati della disoccupazione giovanile a preoccupare, e quelli addirittura dei NEET che non studiano e non cercano lavoro. Al Sud è così, ed è per questi indicatori che l’Italia ha ricevuto – purtroppo e per fortuna – maggiori risorse dal Recovery Plan. Certo non aiuta sapere che l’ARLAB, l’agenzia regionale per il lavoro in Basilicata, è in una situazione di stallo ormai da due anni, e che questa condizione congela ben 15 milioni di euro che potrebbero essere utilizzati per le politiche attive del lavoro e per il rilancio dei Centri per l’Impiego. In questo modo, addirittura, la Basilicata risulta essere l’ultima regione in Italia, e l’unica a non aver avviato il processo di riforma dei suddetti centri. Come spesso si è detto, però, è l’ambiente che determina maggiori o minori investimenti da parte dell’industria, e i problemi delle infrastrutture fisiche e digitali sono ancora lontani dall’essere risolti.
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