28/05/2021 - La Basilicata è una terra ricca e baciata dalla fortuna, per le sue bellezze paesaggistiche, il suo patrimonio culturale e quello naturale. Una sorte che va tutelata e sulla quale costruire, in maniera sostenibile, il sostentamento delle sue economie, per garantire un adeguato sviluppo al territorio. È così che viene in aiuto l’ingegno e la ricerca, in un’ottica di collaborazione tra pubblico e privato, per offrire nuova vita al bene più importante che abbiamo: l’acqua. È dal 2019, infatti, che a Metaponto esiste un centro in memoria della martire della libertà di pensiero, Ipazia di Alessandria, dedito proprio alla promozione di soluzioni tecnologiche innovative, per l’efficienza e l’ottimizzazione della gestione delle acque in agricoltura. Oggi in corso c’è una sperimentazione che è nata grazie all’accordo denominato Joint research Agreement, stipulato tra CNR ed Eni. L’obiettivo da raggiungere sta proprio nella riduzione della produzione dei fanghi, e nel recupero dell’acqua affinché sia destinata all’irrigazione. Un modello di economia circolare, che ambisce ad essere scalabile. A Ferrandina c’è una tradizione che ha raggiunto i 15 anni nella depurazione e nel riutilizzo delle acque reflue urbane, che al 99% sono acque dolci e contengono alti tassi di sostanze fertilizzanti, risultando preziosissime nel riuso.
È uno sforzo, questo, che siamo chiamati a compiere non solo perché ce lo chiedono gli ambiziosi obiettivi dell’Unione europea, ma perché sempre di più dovremo conciliare lo sviluppo del territorio con l’efficientamento delle risorse.