30/04/2021 - Se cresce il Sud cresce l’Italia, ha detto Draghi passando a leggere la parte del Pnrr dedicata al Mezzogiorno. Ed è subito quel “L’ Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà” che ha accompagnato tutta la nostra storia unitaria fino al predecessore di Draghi, l’ex premier Conte che, annunciando il piano Sud 2030, diceva: “mai più rassegnazione, mai più disagio, mai più causa persa”.
L’analisi di Draghi sul Mezzogiorno è molto lineare e schematica. Poca retorica, il Sud è un nodo strutturale del Paese, al pari delle diseguaglianze di genere e dei divari generazionali (quindi una giovane donna che vive al Sud ha lo stesso problema di una sua coetanea del Nord elevato alla terza). La grande differenza è che la coesione oggi è un pezzo di una sfida più grande che attende tutto il Paese, una questione nella questione. Draghi riconosce che il Sud ha “un potenziale enorme, in termini di sviluppo, competitività e occupazione, tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese”. Nulla che non sapessimo già. Forse, non in termini di incoraggiamento ma di riconoscimento, un passaggio su esperienze positive attuate nel Mezzogiorno si poteva fare.
Le cifre annunciate: “Più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture – soprattutto l’alta velocità ferroviaria e il sistema portuale – è diretto al Sud. Gli interventi su economia circolare, transizione ecologica, mobilità sostenibile e tutela del territorio e della risorsa idrica destinano al Mezzogiorno 23 miliardi. A questi investimenti si accompagnano la riforma delle Zone economiche speciali e un robusto finanziamento della loro dotazione infrastrutturale, pari a oltre 600 milioni. Stimiamo che l’incremento complessivo del Pil del Mezzogiorno negli anni 2021-2026 sarà pari a quasi 1,5 volte l’aumento del Pil nazionale”.
L’obiettivo finale degli investimenti è rendere il Mezzogiorno un luogo di attrazione di capitali privati e di imprese innovative. “Essenziale per generare reddito, creare lavoro, invertire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne”. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite. Almeno da quest’ultimo punto di vista la Basilicata ha un vantaggio.