30/04/2021 - Il “Comitato per Elisa” ha raccolto ben 17.000 firme “per chiedere agli organi competenti del Vaticano e al vescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, di tener presente quanto chiesto da questa petizione prima della riapertura al culto della Chiesa della Trinità. A nostro avviso, infatti, una scelta unilaterale, senza parole di scusa e spiegazioni alla famiglia Claps su quanto ancora resta da capire sugli accadimenti successivi all’uccisione di Elisa per mano di Danilo Restivo, creerebbe nuove incomprensioni e rotture”. Condivido l’appello di questo Comitato, perché migliaia di cittadini potentini – comunque la si pensi, e io spesso l’ho pensata assai diversamente da loro – sono insoddisfatti delle spiegazioni che sono state date sul perché e il percome la giovane Elisa Claps sia stata uccisa e nascosta nella Chiesa della Trinità e perché, subendo la decisione unilaterale di riapertura al culto della chiesa, vedrebbero ancor più difficile quel processo di pacificazione e di riconciliazione tra alcune componenti sociali e culturali della città. Sono d’accordo con loro, dunque; ma non mi dispiacerebbe se alla loro giusta richiesta si sommasse anche un sincero mea culpa per come furono ingiustamente accusate tante persone colpevoli di niente.