05/03/2021 - Proviamo a mettere a fuoco insieme un piccolo paradosso. La Basilicata è una regione con una superficie superiore ai 10.000 kmq e circa 550.000 residenti sparsi su 131 comuni, di cui solo 25 superano i 5.000 abitanti. Ne consegue che la regione ha una densità di 55 abitanti per kmq: solo la Val d’Aosta, in Italia, ha una densità minore. Siamo pochi e molto distribuiti, in sostanza.
Se mai si potesse usare l’espressione, viviamo una condizione “ideale” in tempi di pandemia. Eppure, a causa dell’algoritmo che orienta le misure nazionali di prevenzione dal virus, oggi la Basilicata è in zona rossa, in quanto risulta avere l’indice di contagio Rt a 1,51, malgrado sia basso il tasso di letalità del virus e più che confortante il rapporto tra tamponi effettuati e casi di positività. Malgrado, inoltre, negli ospedali - per quanto riguarda i ricoverati Covid-19 – ci sia, al momento, un’occupazione di circa il 10% dei posti disponibili per le terapie intensive e di circa il 22% dei posti previsti per l’area non critica (area medica relativa a malattie infettive, medicina generale e pneumologia), rispetto alle soglie d’allerta rispettivamente del 30% e del 40% individuate dal ministero della Salute. Come ogni algoritmo, anche quello che misura l’Rt ha un ovvio e indiscusso valore sui grandi numeri e una maggiore approssimazione sui numeri più piccoli. Ma, comprensibilmente, nessun lucano oggi ha voglia di discettarne. Perché la cosa di gran lunga più importante è arginare la nuova, pericolosissima ondata in arrivo, mantenere comportamenti individuali e collettivi prudenti e saggi, attenersi alle regole che tutti insieme ci siamo dati. L’essenziale è che, come sempre, la nostra piccola comunità regionale faccia il suo dovere. Di paradossi scientifici e statistici discuteremo quando saremo usciti da questa prova.