19/03/2021 - È rinviato al 27 marzo, il sabato che precede di un paio di giorni la sospensione delle lezioni per la Pasqua, il ritorno in classe degli alunni della Basilicata, al momento colorata di arancione. La giustificazione scientifica data dal governatore Bardi è stata il blocco della somministrazione dei vaccini AstraZeneca, senza in verità specificare il nesso tra la decisione di Aifa e la chiusura delle scuole. Il problema è stato di fatto rinviato, benché le indicazioni di tutti i decreti nazionali e di tutti i pareri del comitato tecnico scientifico consentano le lezioni in presenza, per gli studenti delle superiori, al 50 percento in zona arancione.
Se è apprezzabile la perimetrazione di mini zone rosse fatte dalla task force regionale in comuni con un picco epidemiologico preoccupante, ha lasciato perplessi la decisione, un po’ all’ingrosso, sulla Dad anche perché l’ordinanza non ha riguardato solo gli istituti superiori ma anche i servizi per l’infanzia. Considerato che moltissimi piccoli comuni della Basilicata non hanno né un problema di sovraffollamento della popolazione scolastica né un problema di trasporto in altri comuni (se non per gli istituti superiori), forse una scelta più meditata si poteva fare. Va da sé che la scelta, nell’organizzazione dei tempi di una famiglia, ricade soprattutto sul lavoro femminile, fortemente compromesso, come dagli ultimi report dell’Istat, dall’emergenza sanitaria.