05/03/2021 - La zona rossa della Basilicata è stata, inevitabilmente, occasione di accesa discussione. Da più parti si sono sollevate le perplessità sui motivi delle limitazioni, considerate eccessive anche alla luce degli ultimi dati sui contagi e sulle terapie intensive. Il dissenso è montato a livello istituzionale e si è tradotto in proteste – anche formali – da parte dei sindaci di diversi Comuni che a gran voce hanno chiesto al ministro della Salute, il lucano Roberto Speranza, e al Presidente della Regione, Vito Bardi, di prevedere una circoscrizione della classificazione ai soli centri che, effettivamente, avevano dei focolai attivi. Secondo il Centro Studi Confcommercio Potenza, sono circa seimila gli esercizi commerciali che, nella sola provincia potentina, hanno subito un calo del fatturato tra 2,5 e i 3 milioni di euro. In particolare, secondo le stesse stime, sarebbero le attività di abbigliamento, calzature e accessori ad aver accusato maggiormente il colpo. Bardi ha più volte chiesto incontri che coinvolgessero la Basilicata e il Comitato tecnico scientifico per considerare la peculiarità del nostro caso. Sono continuate, nel corso della settimana, anche le manifestazioni di dissenso da parte dei commercianti. L’Anci Basilicata, nelle scorse ore, ha continuato a puntare i riflettori sul tema chiedendo che vengano tenute riunioni – di base almeno settimanale – dell’Unità di Crisi Regionale. Il tutto, inoltre, porterebbe il vantaggio di affrontare in modo anche più efficace la fase della vaccinazione, che in questi giorni sta interessando i lucani più anziani. Nel frattempo, la data cui fare riferimento è il 15 marzo, perché sarà allora che la nostra regione potrà cambiare colore e, considerando il calo dell’indice Rt e della pressione ospedaliera, un allentamento delle misure non dovrebbe essere lontano dalla realtà.
