12/02/2021 - Trovo estremamente interessante il dibattito che si sta svolgendo in questo momento a Muro Lucano. In pratica una società privata ha presentato al Comune un progetto molto rilevante per impiantare nel cimitero del paese un tempio crematorio. L’attività imprenditoriale porterebbe all’assunzione di circa dieci persone e a un incasso comunale annuo tra i 60 e i 150mila euro. Trovo interessante il dibattito, dicevo, perché le perplessità non nascono, a mio avviso, da remore ambientaliste – la struttura inquinerebbe come un normale impianto di riscaldamento – ma da una umanissima ripulsa superstiziosa. Insomma, diciamola tutta: va bene le assunzioni, va bene gli incassi comunali, ma a Muro Lucano, che già non eccelle in vitalismo cittadino, il rischio sarebbe quello di vedere un deprimente viavai di carri funebri (l’impianto servirebbe parte della Puglia, della Basilicata e della Campania), e di pensare continuamente, camminando per strada, di respirare gli atomi vaganti dei defunti cremati. Non so cosa si deciderà di fare – tutte le attività economiche sane e vere sono manne dal cielo, in un momento di crisi come questo – ma non so se la Basilicata abbia ancora bisogno di trafficare così strettamente con la morte. Forse è arrivato il momento che i lucani le voltino un po’ le spalle, alla maledetta morte.