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L’Unibas pensa a un mondo migliore con il premio Nobel Muhammad Yunus

Storia di un’occasione colta: dalla crisi Covid al lancio di una rete per un’economia solidale.

18 dicembre 2020
1 min di lettura
18 dicembre 2020
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18 dicembre 2020 - Qual è la vocazione “naturale” dell’ateneo lucano e come potrebbe cambiare alla luce delle nuove emergenze? Se, all’indomani del terremoto, si pensò che l’Unibas poteva innanzitutto formare buoni ingegneri per la ricostruzione, davanti a quali scelte formative ci pongono le nuove disuguaglianze di oggi?

Il direttore generale dell’ateneo, Giuseppe Romaniello, racconta l’incontro “fatale” con Muhammad Yunus, il banchiere dei poveri. Era tutto pronto a Potenza per la cerimonia della laurea honoris causa al premio Nobel. Il 9 marzo il tragico annuncio di Conte alla nazione. L’Italia, il giorno dopo si fermava. Ma cosa saltava insieme all’impossibilita di Yunus di partire per Potenza? Solo una cerimonia in aula magna? Mentre col primo lockdown la Basilicata come tutte le altre regioni del mondo cominciava subito a fare i conti con la crisi economica che ne conseguiva, quello stop improvviso alla lectio magistralis causa Covid stava per diventare esattamente il contrario di un’occasione mancata. Si rafforzava, mentre l’epidemia galoppava, l’idea che un piccolo posto del Sud come la Basilicata potesse iniziare a riflettere su un pensiero differente del mondo e dell’economia che la governa. E quale luogo migliore per elaborare un pensiero nuovo se non l’Università?

In una conversazione piena di speranze e di futuro, Romaniello spiega il progetto avviato con la rete degli Yunus Social Business Centre italiani attivi a Bologna, Venezia, Firenze e Urbino, con Sviluppo Basilicata, Confindustria, Camera di commercio e Ordine dei giornalisti. È un humus, per il momento, che però è già entrato negli obiettivi del piano triennale 2019-2021 sottoscritto tra Unibas e Regione.

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