18 dicembre 2020 - La storia sociale e culturale lucana è fortemente segnata dal tema religioso, dal tema cristiano. Nulla è comprensibile della nostra storia – dall’urbanistica al linguaggio, dalla psicologia all’economia – senza tenere conto del fatto che, per secoli e secoli, il cristianesimo è stato il nostro grande orizzonte spirituale. Tutto questo, da qualche decennio, sta tramontando, perché anche in Basilicata, come in tutto l’Occidente liberaldemocratico, è in atto un corposo processo di secolarizzazione, di laicizzazione, di sostituzione della “ragion religiosa” con la “ragion scientifica”.
Questo Natale – il Natale del 2020 – sarà probabilmente ricordato simbolicamente come il primo di questa nuova Era – l’Era, appunto, del predominio della scienza, della tecnologia e della laicità sulla religione. Durante questa pandemia è stato evidente a tutti che la Chiesa non solo ha molto correttamente rispettato tutte le leggi emanate dalle “autorità civili”, ma ha dovuto prendere atto che le risposte le ha date esclusivamente il corpo medico, i ricercatori – insomma, il mondo scientifico. Ecco perché nessuno ha veramente protestato per le forti restrizioni dei riti cattolici, al punto che il Governo ha potuto entrare in aspetti prettamente teologici come, ad esempio, l’ora reale della nascita di Gesù. Questa notte di Natale, per la prima volta, i lucani si faranno gli auguri distrattamente con in sottofondo i telegiornali che daranno notizie sui contagi, sui farmaci, sui vaccini, perché le Risposte ormai le dà la scienza e la tecnologia e non più la religione, che giorno dopo giorno diventa sempre di più una storia senza presente, un rito senza mito.