Il modello di
gestione BES di Eni
L’impegno di Eni su Biodiversità e Servizi Ecosistemici (BES) inizia nel 2003, anno di pubblicazione dei report dell’Energy and Biodiversity Initiative (EBI), evolvendosi negli anni con l’evoluzione delle linee guida e delle buone pratiche internazionali, nonché con gli obiettivi strategici della Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB) delle Nazioni Unite.
La policy BES, pubblicata nel 2018, definisce i principi su cui si fonda la gestione della biodiversità in Eni.
Operare in modo responsabile
Un’azione in linea con gli obiettivi strategici della CDB delle Nazioni Unite.
Applicare il modello di Gestione BES
Sistema basato sul rischio, per operazioni esistenti e nuovi progetti, per tutto il ciclo di vita.
Attuare Piani di Azione BES (BAP)
Basati sulla Gerarchia di Mitigazione per evitare la perdita netta di biodiversità (no net loss) e, ove possibile, dare un contributo positivo alla conservazione (net gain).
Coinvolgimento degli stakeholder
Insieme a collaborazioni con istituzioni leader nella conservazione.
Impegno a comunicare pubblicamente
Dipendenze e impatti sulla natura, attività BES nei siti prioritari e futuri piani/obiettivi per la conservazione della biodiversità.


Operando su scala globale in contesti ambientali con diverse sensibilità ecologiche, Eni ha sviluppato un modello di gestione BES, avvalendosi di collaborazioni di lungo periodo con organizzazioni internazionali leader nella conservazione della biodiversità, tra cui: Fauna & Flora (dal 2003 al 2023), Wildlife Conservation Society (dal 2016) e IUCN (dal 2022).
Inoltre, dal 2008 Eni è membro di Proteus, una partnership gestita da UNEP/WCMC (UN Environment Programme - World Conservation Monitoring Center) finalizzata alla raccolta e alla diffusione di dati e informazioni a livello globale su biodiversità ed ecosistemi.
Il modello di gestione BES di Eni è basato sul rischio e viene applicato alle operazioni esistenti e ai nuovi progetti fin dalle prime fasi del processo decisionale per tutto il ciclo di vita.
Identificazione dei siti esposti al rischio di perdita BES
Individuazione dei siti prioritari
Analisi di approfondimento con studi BES
Piani di Azione (BAP)
Gerarchia Di Mitigazione
Stakeholders
L’esposizione al rischio di perdita di biodiversità viene valutata annualmente per tutti i siti operativi (nuovi e già esistenti), considerando la loro vicinanza geografica ad aree protette e ad altre aree importanti per la biodiversità (KBA e aree con potenziale presenza di specie a rischio di estinzione).
I risultati dello screening identificano i siti prioritari con un potenziale rischio di perdita di biodiversità su cui eseguire analisi di approfondimento.
Vengono eseguiti studi BES ad alta risoluzione per caratterizzare il contesto operativo e ambientale, identificati e valutati gli impatti e le dipendenze sulla natura e infine, dove necessario, disegnati Piani d’Azione (BAP) per mitigare impatti significativi residui. Inoltre, non solo vengono valutati e gestiti i potenziali impatti sugli aspetti BES prioritari, ma considerate anche le opportunità di dare un contributo positivo alla loro conservazione. Questo avviene attraverso l’applicazione sistematica della Gerarchia di Mitigazione con cui si dà priorità alle misure preventive rispetto a quelle correttive, con l’obiettivo primario di evitare perdita netta (no net loss) di biodiversità e, dove possibile, migliorarne le condizioni (net gain).
Gerarchia di mitigazione utilizzata per gestire i potenziali impatti delle operazioni e le opportunità di miglioramento su BES
Fonte: BBOP
Il coinvolgimento attivo degli stakeholder avviene sin dalle fasi iniziali di un progetto e per tutto il ciclo di vita, al fine di garantire l'effettiva applicazione della Gerarchia Di Mitigazione. La consultazione e la collaborazione con le comunità, le popolazioni indigene e gli altri stakeholder locali, aiutano a comprendere aspettative e preoccupazioni, a determinare come i servizi ecosistemici e la biodiversità vengano utilizzati e a identificare opzioni gestionali che includano anche le esigenze locali.
Il coinvolgimento dei principali stakeholder è un processo inclusivo e trasparente che avviene sin dalle fasi iniziali di un progetto e continua per tutto il ciclo di vita.
Le partnership a lungo termine con organizzazioni non governative internazionali (ONG) e istituti scientifici leader nella conservazione ci consentono di implementare in campo le azioni identificate nei BAP e monitorare gli indicatori, garantendo l’applicazione di metodologie che hanno supporto tecnico-scientifico e l'allineamento con standard e buone pratiche internazionali.
Vengono valutati sia dipendenze che impatti diretti, indiretti e cumulativi.

Dipendenze
risorse e processi naturali da cui dipendono le operazioni
Impatti
cambiamenti nello stato della natura e nella sua capacità di fornire funzioni sociali ed economiche. Gli impatti possono essere positivi o negativi, diretti, indiretti o cumulativi
